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La scalaccia - Ancona

Un bagno in attesa dei pescatori alla spiaggia della "Scalaccia" (Ancona)


Si accede alla spiaggia dall'abitato di Pietracroce, imboccando una strada che si dirama sulla sinistra, lungo la SP1 che conduce a Portonovo. Prima del cartello che segnala la fine del territorio cittadino di Ancona, scendere verso il cimitero di Pietracroce. Di qui imboccare la strada bianca in discesa che si fa via via più ripida e stretta fino ad arrivare alla selvaggia e solitaria spiaggia della "Scalaccia" (15/20 min. circa dal parcheggio dell'auto). Qui le grotte scavate nel tufo della falesia offrono riparo alle barche dei pescatori che rientrano al mattino dopo l'uscita notturna. E' possibile comperare il pesce direttamente sulla spiaggia, senza porsi dubbi sulla freschezza del pescato!
Subito a sinistra, raggiungibili con qualche acrobazia, gli Scogli del Cavallo vi regaleranno un bagno in una delle zone più solitarie della costa anconetana.
Variante vespertina: ammirerete un magnifico tramonto seduti sulle piccole panchine poste  lungo il sentiero, a picco sulla falesia.

Pranzo al piccolo bar sulla spiaggia di Mezzavalle (Ancona)

Insieme a quella dei Sassi Neri è una delle spiagge più conosciute della zona. Nonostante questo, a causa del ripido "stradello" (15/20 min.) che è necessario percorrere per raggiungerla, non è mai troppo affollata. Sulla spiaggia un piccolo bar vi permetterà un breve spuntino fra un bagno e l'altro. Alla spiaggia si accede percorrendo un sentiero che si diparte a sinistra, lungo la SP1 che conduce a Portonovo, dopo il bivio per Varano (evidente parcheggio sul lato sinistro). Interessante lo "Scoglio del Trave",  caratteristica formazione rocciosa che si prolunga in mare aperto per un chilometro ed è visibile a fior d'acqua, con il mare calmo, per circa 450 metri.

Il tramonto a San Ciriaco (Ancona)

La cattedrale romanica di San Ciriaco domina la Città di Ancona e buona parte del territorio circostante. Il piazzale antistante la cattedrale è un naturale balcone che si affaccia sul moto perpetuo delle attività portuali. Vi sembrerà quasi di stare sulla coffa di una nave a vela mentre godrete del contrasto fra l'architettura romanica, le moderne gru e i grandi traghetti del porto. Una particolarità: la cattedrale è uno dei rari luoghi affacciati sull'Adriatico da cui si possono ammirare sia l'alba che il tramonto sul mare. Questo grazie alla particolare forma della costa, lambita dal mare ad est e ad ovest.

Il candore della Badia di San Pietro (Sirolo)

La badia di San Pietro è un'incantevole chiesa romanica posta  sulla sommità del monte Conero. Traccia dell'importante movimento legato all'eremitismo dell'epoca della riforma, fu prima eremo benedettino, successivamente camaldolese. Vi si arriva deviando a sinistra lungo la strada che da Ancona conduce a Sirolo e Numana, dopo la deviazione per Portonovo (indicazioni Hotel Conero). La costruzione risale al XI secolo. La facciata risale al Settecento mentre i fianchi della chiesa e la base del campanile appartengono alla costruzione originaria. Molto interessante la cripta suddivisa in sette piccole navate da mezze colonne. La chiesa fu realizzata interamente in pietra locale, estratta dal Monte Conero: a questo si deve il suo candore; la pietra del Conero trova infatti un suo pari soltanto nella celebre pietra d'Istria. Per l'accesso alla chiesa rivolgersi all'Hotel Monte Conero, nello stesso piazzale.

Una mezz'ora con un buon libro al Belvedere di San Rocco (Arcevia).

Il Belevedere di San Rocco è una sorta di promontorio affacciato su una vasta zona del "mare" collinare dell'entroterra anconetano. Al riparo dalla calura, comodamente seduti sulle panchine poste sotto i platani,  potrete godere di uno dei più bei panorami di questa porzione di Marche. Nelle giornate serene, di qui, si può scorgere il mare all'orizzonte, dietro lo skyline delle colline.

La mostra dedicata a Luca Signorelli nella Collegiata di San Medardo (Arcevia)


La Pala di Arcevia, di Luca Signorelli, torna nella sua "città natale" dopo 197 anni di assenza, nel cinquecentenario della sua creazione. La mostra si svolge all'interno della Collegiata di San Medardo dove la Pala di Arcevia viene accolta e contornata da altre opere del Signorelli. Fra questi vi incanteranno il Polittico di San Medardo, eseguito nel 1507, e il Battesimo di Gesù, firmato e datato 1508, altro suo capolavoro Arceviese. E non mancano altre opere magistrali come la Vergine dei miracoli, altare in maiolica invetriata di Andrea e Giovanni Della Robbia (1510-1513).

I borghi-castello (Nidastore e Loretello)

Nidastore e Loretello sono due piccoli borghi trecenteschi contornati di mura. Appartengono alla serie dei nove "castelli" che fanno capo ad Arcevia, piccole fortificazioni che fra Trecento e Quattrocento furono teatro di battattaglie (talvolta) e scaramucce (più spesso) fra i vari signori della zona. Il colore rosso e dorato del laterizio con cui sono costruite le mura, i palazzi, i ponti si mimetizza quasi nel tessuto variegato della "coperta patchwork" dell'entroterra anconetano e fanese. Chi capita a Nidastore in orario consono per i pasti non può mancare una sosta al ristorante "Il nido dell'Astore" (0731/982174 )dove una cucina locale (ma raffinata) e un'attenta carta dei vini vi consentiranno di passare un paio d'ore decisamente piacevoli.

Il camminamento della "scarpa" (Morro d'Alba)

Niente a che vedere con le calzature. Si tratta di un particolarissimo percorso sulle mura del piccolo borgo di Morro d'Alba: il camminamento sulla cinta muraria fa parte del "paese sotterraneo": una fitta concatenazione di grotte, cunicoli, corridoi con dimensioni sempre dissimili e disposti anche su più livelli, nei quali è molto frequente la presenza di pozzi e nicchie. Nei secoli passati questi enigmatici locali furono utilizzati dagli abitanti di Morro d'Alba come cantine, dispense e, nei tratti più prossimi alla strada di ronda perimetrale, come ricovero per gli animali. C'è anche chi ipotizza che l'uso di questi ambienti sia legato ad antiche tecniche di resistenza agli assedie chi, in funzione delle articolate geometrie sotterranee, ipotizza significati più misteriosi ed esoterici di questo apparato architettonico. In tutti i casi si tratta di un ambiente architettonico fra i più curiosi e particolari dell'entroterra marchigiano: da non perdere.

Una visita al "vecchio faro" (Ancona)

Il "vecchio faro" di Ancona sorge sul colle dei Cappuccini e la sua costruzione risale al 1860.

Dal faro si può godere un suggestivo panorama: il centro storico, il porto, la Cattedrale di San Ciriaco (proprio lì sotto) e il famoso gomito (ankòn in greco) che da il nome ad Ancona. Con lo sguardo si possono seguire le alture che lo circondano e, nelle giornate particolarmente serene, arrivare fino a Pesaro. Le strutture hanno subito vari danni, sia per i due conflitti mondiali, sia a causa dei terremoti e degli sfaldamenti del terreno. Per questo, nel 1965, un nuovo faro è stato edificato a poche decine di metri dal precedente.

La torre del faro è visitabile nei seguenti giorni ed orari:

Sabato 16:00-19:00.
Domenica mattino: 10:00 - 13:00; pomeriggio: 16:00 - 19:00.
L'ingresso è gratuito.

Una piadina girando per il mercato al foro annonario (Senigallia)

Passeggiando per il mercato, gustativi una piadina della rosticceria che si affaccia direttamente sulla piazza del foro annonario di Senigallia. L'armoniosa struttura neoclassica in laterizio, a pianta circolare, è stata progettata nel 1834 dall'architetto senigalliese Pietro Ghinelli.E' caratterizzata da un portico, che accoglie con le sue ventiquattro colonne in stile dorico, il quotidiano, pittoresco mercato di pesce, frutta e verdura. Al centro della piazza le "triccole" con i coloratissimi saporosi prodotti dell'orto; all'ombra del porticato, al riparo dai raggi del sole che la raggiungono solo al tramonto, la pescheria.


Ultimo aggiornamento ( lunedì 08 giugno 2009 )
 

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