Ancona - Chiesa di San Ciriaco |
Storia Già dal III secolo a.C. era presente nella zona un tempio italico probabilmente dedicato ad Afrodite, come è stato accertato dai resti rinvenuti negli scavi del 1948. Sopra questo tempio è stata costruita, nel VI secolo una basilica dedicata a San Lorenzo. Era formata da tre navate con ingresso verso sud-est (dove attualmente è presente la cappella del Crocifisso), alcune parti sono rimaste nel pavimento in mosaico e nelle mura perimetrali. Tra il 996 e il 1017 si provvede alla ricostruzione della nuova chiesa, ampliando l'edificio ma mantenendo le tre navate. Nel 1017 i corpi di San Marcellino di Ancona e San Ciriaco vengono trasferiti all'interno della basilica. Importanti lavori di ampliamento vengono eseguiti tra la fine del XI secolo e la prima metà del XII secolo, in occasione dei quali la pianta viene resa a croce greca e l'ingresso spostato verso ovest. Tra il XIII e il XIV secolo la basilica viene dedicata a San Ciriaco patrono di Ancona, martire e, secondo la tradizione, vescovo della città. Nel 1883 la basilica subì un primo restauro. All'inizio della prima guerra mondiale, il 24 maggio 1915, gravi danni furono inflitti alla chiesa dalla flotta austriaca. Si tentò di rimediare con un restauro nel 1920, ma i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale fecero crollare di nuovo alcune parti del duomo; altri danni furono provocati dal terremoto del 1972. Nuovi lavori di restauro e consolidamento permisero la riapertura ai fedeli nell'autunno del 1977. Arte Il duomo rappresenta un classico esempio di arte romanica a cui si mescolano elementi bizantini e gotici. La facciata tripartita è preceduta da ampia scalinata, al di sopra della quale si alza il protiro romanico-gotico ed un arco a sesto pieno sorretto da quattro colonne. Quelle anteriori poggiano su leoni di granito rosso di Verona, mentre quelle posteriori, aggiunte in seguito dal Vanvitelli, poggiano sul basamento. In quattro rilievi presenti nel sottarco sono rappresentati i simboli degli Evangelisti. Il portale, da alcuni attribuito a Giorgio da Como (1228 circa), è anch'esso di arte romanico-gotico e costruito con pietra bianca e rossa del Conero, presenta una profonda strombatura. Al di sopra del protiro si può trovare un grande rosone mentre ai lati sono presenti due piccole monofore. La cupola dodecagonale del XIII secolo che si alza nell'incrocio dei bracci, da alcuni attribuita a Margaritone d'Arezzo (1270), riprende la cupola della chiesa precedente. Isolato dal corpo principale e a destra rispetto a questo sorge il campanile di cui si hanno notizie fin dal 1314. L'interno è a croce greca e tutti i bracci sono a tre navate con colonne romane che terminano su capitelli bizantini, il loro soffitto è a legno dipinto (XV secolo). Solo i bracci laterali terminano con absidi, al di sotto dei quali si trova la cripta che contiene le urne di San Ciriaco, San Liberio e San Marcellino, opere del Varlè, ed inoltre le ceneri di Santa Palazia. Il Prodigio della Madonna del Duomo Il quadro della Madonna è stato donato al Duomo di Ancona nel 1615 da un marinaio veneziano, come ringraziamento per aver salvato suo figlio dal mare in tempesta. Da allora il quadro della Vergine è oggetto di profonda devozione da parte di tutti gli anconetani. La sera del 25 giugno 1796, come ogni sabato, i fedeli si raccolgono in cattedrale per celebrare le litanie alla Madonna. Ma avviene il miracolo: il quadro apre gli occhi e sorride. In quei giorni si era diffusa in città la notizia della vittoria di Napoleone Bonaparte e la firma dell'armistizio che prevedeva la cessione di Bologna, Ferrara ed Ancona e la possibilità, da parte dei francesi, di confiscare beni della chiesa a loro piacere. Il prodigio viene interpretato come una protezione dal cielo sulla città e rinforza gli animi dei cittadini. Il prodigio si ripete per più giorni. Viene accertato il fenomeno miracoloso ponendo il quadro sotto il controllo di esperti pittori e fisici alla presenza del Vicario Generale e di altri testimoni, la Vergine apre di nuovo gli occhi, si esclude anche una illusione collettiva. L'11 gennaio 1797 Napoleone Bonaparte arriva ad Ancona, si reca nel Duomo e mentre stà per spogliare il quadro dei suoi ornamenti ad un tratto si ferma e restituisce i gioielli alla Vergine. Si pensa ad un intervento divino. Il furto del quadro La notte tra il 16 ed il 17 dicembre 1936 il quadro di Maria Regina di tutti i Santi custodito presso l'episcopio fu rubato da ignoti e ritrovato un mese dopo circa nella cappella di Tor Mezzavia di Albano Laziale e fu riportata in Ancona il 31 gennaio 1937. |
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Ultimo aggiornamento ( venerdì 06 giugno 2008 ) |
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