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Il Vespro di Claudio Monteverdi Stampa
venerdì 06 novembre 2009
Foto di Lorenzo FranziIl Vespro, o preghiera della sera, è una parte dell’officio divino. Nella liturgia delle ore, assieme alle Lodi mattutine, é l’ora canonica più importante della giornata, un rito rimasto invariato per 1500 anni. La preghiera consiste di due parti: la salmodia, o canto dei salmi, e una seconda parte composta da varie preghiere dette capitulum e formulæ. Le modalità di realizzazione del Vespro variavano in base alle situazioni. All’interno del monastero si cantava o recitava in gregoriano.
In occasione di festività particolari potevano aggiungersi cantori o musicisti per l’esecuzione di musica polifonica.
Il Vespro di Monteverdi è costituito da una introduzione "Deus in adjutorium", cinque salmi, sacri concerti, un inno, un Magnificat. Sebbene le formule della preghiera siano sempre le stesse, nell’elaborazione del Vespro dedicato alla Vergine, Claudio Monteverdi trascende una pratica quotidiana molto semplice e ripetitiva portandola a livelli di magnificenza quasi ultraterrena.
Egli applica le nuove risorse del basso continuo e dello stile da concerto alla musica sacra anteponendo a questa solenne composizione anche una più tradizionale Missa da cappella a 6 voci. Nasce così il Vespro della Beata Vergine,

Guarda e ascolta il Domine ad adjuvandum tratto dal Vespro di Monteverdi, eseguito dall'ensemble Cantar Lontano per il concerto di Natale, nella cattedrale Se di Lisbona.

Il primo grande capolavoro della musica sacra Barocca, caratterizzato da grande varietà di stili. L'opera infatti incorpora nel tessuto di un lavoro dalla evidente funzione religiosa elementi riconducibili alla prassi da concerto e quindi più vicini alla concezione madrigalistica, alternando momenti intimistici ad altri spettacolarmente celebrativi. Il Vespro di Monteverdi si sviluppa secondo diverse forme compositive che vanno dalla sonata strumentale, al mottetto, all'inno al salmo, senza mai perdere di vista il senso religioso della musica.
L’opera raggiunge un’unità di scrittura costruita sul canto piano del gregoriano, che diventa un cantus firmus nell'universo monteverdiano. Non dimentichiamo che Monteverdi scrisse questa composizione e la Missa In Illo Tempore come omaggio al Papa Paolo V.
C’é da chiedersi per quale motivo, nel frontespizio di quest’opera stampata nel 1610 il titolo Missa Senis Vocibus sia riportato a caratteri cubitali mentre Vesperae Pluribus Decantanda sia presentato in caratteri molto più piccoli. La nostra idea è che Monteverdi, essendo questa pubblicazione dedicata al Papa Paolo V, contasse di fare più bella figura presentando la messa secondo i canoni dell’antico contrappunto piuttosto che con le astruse e complesse elaborazioni del Vespro molto più avanguardistiche di ciò che qualsiasi altro compositore di quel tempo potesse concepire.
(Foto di Lorenzo Franzi)
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 23 dicembre 2009 )
 
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